Tratto da Storia dei Frentani di Domenico Romanelli §. 11. B V C A. Non v'ha città nel nostro regno, che sia stata soggetta ad infinite dispute per la sua situazione, quanto Buca. Menzionata più volte da Strabone, da Mela, da Plinio, e da Tolommeo ella occupava un posto distinto tra le città fremane : ma quanto è certa la sua esistenza, altrettanto sembra oscuro il sito, dov'ella fu innalzata. Udiam dunque prima le testimonianze de' citati autori classici, come per base delle diverse congetture, e poi cercheremo di fissare la nostra scoverta. Strabone il primo attestò, che dopo Aterno era situata Ortona navale de' Frentani, e poi Buca de' Frentani medesimi presso Teano Appulo. E questa la traduzione del Casaubono: Post Aternum Orton est Frentanorum navale, et Buca ipsa Frentanorum contermina Theano Apulo. Si vede adunque da questo passo, che Buca esisteva nel paese frentano dopo Ortona verso Puglia, e presso la città di Teano. Da Tolommeo si ripose Buca anche ne&
Commenti
Un saluto
Marco
Un saluto
Marco
mi rende molto felice sapere che il blog vada così bene; è da tanti anni che penso ai giovani tavennesi (quelli che vivono a Tavenna e quelli che sono nati altrove ma che comunque hanno un'origine tavennese); ad un qualcosa che sia un punto di aggregazione, e questo con il vostro blog, finalmente è diventato realtà!!!!
Sono fierissimo di essere di origine tavennese ed essendo all'estero porto con orgoglio il mio essere tavennese e la mia "tavennesità" che nel bene e nel male mi contraddistingue.
Ovviamente quando mi trovo a "casa degli altri" rispetto comunque gli usi e le tradizioni del posto.
Ogni paese ha le sue particolarità, il suo popolo ed i suoi usi. E proprio questo lo rende interessante ed è molto importante che i giovani siano consapevoli di tutto ciò perché hanno il bellissimo compito di trasmettere alle future generazioni la nostra storia e la nostra cultura.
Vi invio un forte abbraccio e naturalmente mi metto a vostra disposizione se pensate che possa essere utile per divulgare la vostra iniziativa.
Salutoni vivissimi, Gustavo