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URBS FRENTANA

URBS FRENTANA

Tratto da Storia dei Frentani di Domenico Romanelli

§. 18.


URBS FRENTANA.




Spesse menzioni noi troviamo presso gli antichi de' Ferentani, dei Ferentinati, de' Ferentini, e de' Frentani, come ancora delle loro città col nome di Ferentum, di Ferentinum, di Ferenta, e di Frentana : ma la moltiplicità, e la somiglianza di questi nomi congiunta alla poca precisione onde dagli antichi furon notati, ha sparsa tanta incertezza, ed oscurità, che difficile sempre è stato di poterli ai diversi popoli, ed alle varie città con sicurezza riferire. Noi vedremo di quante gare, e di quai contradditiorj pareri sono stati essi cagione tra gli storici, e geografi, che si posero nell'impegno di rintracciarli, o per dir meglio di accrescerne i dubbj, e di raddoppiarne la confusione.

Tra gli antichi storici semhra, che Livio ne abbia più di tutti parlato. Egli in diversi luoghi nominò Ferentino, come piazza riguardevole, e ben presidiata. Parlò ancora de' Ferentani, col qual nome distinguer volle i popoli, e non la città, di cui ci ha lasciato nella più oscura incertezza. Molti autori, che han voluto illustrar Livio, senza distinguere le diverse città col medesimo nome in differenti regioni situate, e confondendo per conseguenza Ferentino, Ferenta, e Frentana, la riposero o nella Puglia, o nel Lazio, ovvero altrove, e spesso ad una sola i varj fatti attribuirono, che a più città si dovevano riferire. Vediam dunque in quanti luoghi parla Livio di Ferentino : vediam, se altri autori n'abbian anche discorso, e cerchiam finalmente di fissare i siti delle varie città col medesimo nome, e di ritrovar la città di Ferenta, o di Fcrenlana, che a' nostri Frentani è forza restituire.

La prima menzione di Ferentino si legge in Livio nel libro IV (1). Si descrive in esso, che da' Romani si fosse tolto Ferentino a' Vol sci, e donato agli Ernici col suo campo. Ne parla ancora nel libro VII, (2), allorché racconta l'assalto dato da' consoli romani C. Sulpizio, e L. Licinio alla stessa città nell'anno di Roma 593, e nota chiaramente, che apparteneva agli Ernici : in Hernicos cum exercitum duxissent, et Ferentinum eorum urbem vi cepisset. Carlo Sigonio negli scolj sopra T. Livio distingue parimente questa città, che fu prima de' Volsci, e poi degli Ernici, e la ripone nel Lazio : Porro autem Ferentinum alterum in Volscis, sive in Latio fuisse satis constat. Oggi ancor vedesi in Campagna di Roma collo stesso nome, situata su di una collina non lontana da Anagni.

Un' altra città di Ferentino fu descritta da Livio dopo di Romulea, e di Murganzia nel libro X (3). Il proconsole Decio nell'anno di Roma 456 guerreggiando co' Sanniti prese Romulea, e Murganzia, e poi facendo vendere la preda da' soldati, acciò loro non fosse stato d'impedimento al viaggio, si rivolse a Ferentino, dove trovò maggior pericolo, e più fatica, perché con gran forza erano difese le sue mura, ed il luogo era sicuro pel sito, e per le fortificazioni, ma 1'esercito assuefatto alla preda superò tutti gli ostacoli. Ferentino fu preso, intorno le cui mura furon uccisi 3000 degli assediati, e vi si raccolse gran bottino. Così Livio. Noi parlando di Ferento nella Daunia, oggi Forenza, abbiam mostrato con altro passo di Diodoro, che sia stato il Ferenlino qui descritto da Livio. È poco lontano da Venosa. Fu questo anche il Ferento di Orazio, di cui parleremo.

Di un altro assalto dato a Ferentino nel 458 dal console Postumio, dopo di aver soggiogata Milonia , fa parimente racconto lo storico mentovato nel libro X (4) , allorché lutti gli abitanti, lasciate le loro Case, si rifuggirono in altri luoghi, e diedero a' Romani l'opportunità di saccheggiarle. Noi, allorché parleremo di Milonia ne' Marsi, mostreremo chiaramente, che questo Ferentino sia stato lo stesso di quello situato negli Ernici, di cui abbiam fatto discorso, perché il nemico si mosse da Sora per assaltar dappresso 1'una , e 1'altra città, e perciò non potevan esser lontane. Io ho letto un grosso volume di un prete cittadino di Ferrazzano piccola terra in Capitanata, il quale con un attestato di pubblica tradizione, e mercé di una iscrizione foggiata a capriccio, pretese di provare essere stato la sua patria l'antico Ferentino, di cui qui parlò Livio. Ecco 1' iscrizione, onde conoscano i leggitori l'imperizia di chi la compose, e perché vi è segnato 1'anno ottavo di Zenone imperatore, che cadde nel 482 o 484, allorché per essere il nostro regno inondato dagli Eruli, e dagli altri barbari, non poteva riconoscere il di lui dominio (5) :

Vrbs Ferentin. Samnit.

Be. Furore
Barbaror. Incursu
Diu Excisa Remansit
Arctior. In Hunc Ambitum
Ferracianus P.P. Restituit
Ann. Imp.
Zenon. v. c. VIII
P. C.

Che questo Ferentino oppugnato da Postumio, dopoché partì da Sora, fosse stato nel paese degli Ernici, fu il sentimento comune de' migliori geografi moderni. Fra questi si conta il Biondo, il Cluverio, l'Alberti, e qualche altro (6). Taluni all'incontro pensarono, che per Ferentino qui nomato intender si debba la Ferenta, o Ferentium ne' Frentani, e con questo falso supposto essi applicarono a questa Ferenta il passo di Orazio, e di Acrone di lui antico espositore, che la riposero non già ne' Frentani, ma presso Venosa.
Orazio infatti fece menzione di un oppido in Puglia col nome di Ferento. Io riporterò qui il suo testo per potersi tutto insieme esaminare (7) :

Me fabulosae Vulture in Appulo
Altricis extra limen Apuliae
Ludo, faticatumque somno
Fronde nova puerum palumbes
Texere, mirum quod foret omnibus ,
Quicumque celsae nidum Acheruntiae,
Saltusque Bantinos, et arvum
Pingue tenent humilis Ferenti.

I comentatori del nostro poeta, e specialmente Dacier, riflettono assai bene, che Acheruntia, Bantia, il monte Vulture, e Ferentum esser dovevano luoghi vicini, perché tutti furono testimonj del prodigioso avvenimento, ch'egli racconta. Il sig. de la Martinier (8) produce in compruova l'autorità di Diodoro Siciliano (9), che anche descrisse Ferento in Puglia, e l'appellò Φερεντη, donde dedusse, che il popolo si appellasse Ferentano. Di quest'oppido detto ancora Forentum parlò puranche Plinio (10), la cui gente fu da lui appellata Forentana. Oggi tuttora esiste presso Venosa coi nome di Forenza. Noi ahbiamo qui sopra notato, che di questo Ferento avesse parlato Livio, allorché riporta, che il proconsole Decio avesse assalito Romulea, e Murganzia, e poi Ferentino.

Un altro Ferentino, detto ancora Firenzuola, era situato ad otto miglia da Lucera verso borea sopra di larga pianura. Questa citta riconobbe la sua fondazione ne' bassi tempi, né deve entrar nella classe degli altri Ferentini conosciuti da' Romani. Fa uopo però situarlo cogli altri per non prendere abbaglio, o peccar d'omissione. Dalla cronica cassinese di Leone Ostiense (11) risappiamo, che questo Ferentino insieme con Dragonara, Troja, e Civitate fosse stato fondato da Bojano catapano dell'imp. Basilio nel 1015. Dall'Ughellio (12) si riporta la stessa fondazione. Questo Ferentino non resse più, che sino al 1255 per essere stato rovinato dalle genti del papa nella guerra contro Manfredi, come scrive il Summonte (13), ed avendo poi lo stesso Manfredi nel 1266 fondala la città di Manfredonia, gli scampati cittadini di questo, e di altri oppidi, cioè di Siponto, di Civitate, e di Dragonara, vi corsero ad abitare. È rinomato questo Ferentino per la morte, che vi seguì nel 1250 dell'imp. Federico II., e per la sede vescovile, di cui fu onorato.

È tempo ora di ritornare a Livio. Egli racconta dippiù, che nell'anno di Roma 435 il console romano Aulio Cerretano debellasse con felice battaglia i Ferentani, e ricevesse in sua dedizione, avuti gli ostaggi, la città istesa, in cui erasi l'esercito ricoverato (14). Dallo storico non si esprime il nome della città, e questa mancanza è slata la cagione de' contraddittorj dispareri de' nostri geografi. Carlo Sigonio negli scolj a questo luogo di Livio aggiunse : oppidum intelligit nomine Ferentum, de quo Horatius Oda IV lib. 3. et arvum pingue tenent humilis Ferenti : quo loco ait Acro : Ferentum oppidum est Apuliae Venusinae civitati vicinum in valle situm. Ognun vede lo sbaglio, in cui qui è caduto il Sigonio per aver confuso il Ferento di Puglia colla nostra Ferenta ne' Frentani, nulla riflettendo, che quello non poteva affatto essere la città presa dal console, perché fin là mai non si estese la regione frentana. Da Flavio Biondo all'incontro si opinò (15), che 1'VRBEM IPSAM dello storico esser poteva una città chiamala Frentana dagli antichi, perché primaria de' Frentani, e non dubitò di creder quella, che a' suoi tempi, come al presente, dicesi Franca-villa presso il lido del mare confinante con Ortona a destra, e con Pescara a sinistra. Il Delecampio nelle note a Plinio (16) non pensò altrimenti : Frentanorum caput Ferentum, hodie Francovilla, in maris littore. Altrettanto pensò il Razzano, ed il Mazzella con altri non pochi.

L'Alberti (17) adottò il medesimo sentimento, ma ne volle mutare il sito. Disse, che non molto distante da Ortona fosse Francavilla y ovvero la città Frentana capitale de' Frentani, secondo il Biondo, ed il Razzano, ma che considerando egli le parole di Strabone la stabiliva piuttosto a 18 miglia distante da Larino. L'Alberti restò ingannato dal testo mal tradotto del greco geografo, che noi abbiam riferito, e rettificato sulla fede de' codici antichi nella storia di Ortona, dove, invece di Frentanum ipsum Theano Appulo propinquum manet, abbiam letto Buca ipsa Frentanorum, ac Theanum Appulum tangens. In questo medesimo errore caddero il Ferrari, il Merula, 1'Orlendio, il Volaterrano, 1'Ortelio, che lungo sarebbe di riportarli.

Riepilogò la stessa controversia negli ultimi tempi monsignor Tria (18), e dopo di aver proposto, che Livio nel recitato testo colla voce generale VRBEM IPSAM avesse accennata la capitale de' Frentani, opinò, che questa fosse stata la sua città di Larino da Lar etrusco, che significa principale, e per conseguenza annullò le due altre opinioni.

Dopo di monsignor Tria comparve il nostro frentano Pietro Pollidoro (19), che non persuaso né dell'opinione del Biondo, né di quella dell'Alberti, né della terza di monsignor Tria congetturò, che questa ignota città Frentana memorata da Livio si debba riporre ne' confini della regione, e presso i Sanniti, perché ivi poco avanti guerreggiato aveano i Romani, ed i centrarj eserciti eran venuti alle mani. Così il Pollidoro, che per ritrovare la città controversa la rese assai più ignota.

Entro 1' ultimo nella gran disputa, e dopo 1' esame delle riferite opinioni, e colla ricerca esatta de' luoghi, dove questa città poteva alzarsi, non mi è stato difficile di ritrovarla in questa regione. Saper devesi adunque, che nella riva settentrionale del fiume Foro (a), e propriamente verso la sua foce sul vicino lido del mare, e non molto dall'esistente Francavilla distante s' innalzava fin nei bassi tempi un castello col nome di Foreto. Il campo tutto sparso di pietre, e di larghi avanzi di mattoni anche oggi ne serba il nome. Questo si appellò parimente Fereto, e Ferento, e noi abbiamo tutta la ragione di credere, che qui fosse stata la citta detta Frentana, o l'urbem ipsam di Livio, di cui il lido ancor ritiene il nome. Si aggiunga, che nel luogo indicato, e specialmente sulla spaziosa cima di una collina, a cui di piani si da il nome, s' incontrano avanzi magnifici di edificj, camere sotterranee, e le tracce di una strada, o corridojo profondo, di mura reticolate. Vi si riconosce puranche la diruta pianta di un anfiteatro. Innumerabili sono state le monete consolari qui trovate, e qualche pezzo di statua antica in marmo bianco. La comune di Francavilla, che non dubita di riconoscere la sua origine dalla spopolazione di questo antico castello in quel silo, ch'era l'antico porto di Ferenta, ne ritiene la memoria nel suggello civico, e nella intitolazione delle carte pubbliche, nelle quali si appella: Frentana Villa, vel Franca Villa , olim Frentana civitas, et fortis, nunc a Divo Franco Patrono sic dicta.

(1) Liv. lib. IV. cap.51. Eodem anno ( 343 V. C. ) adversus Volscos populantes Hernicorum fines legiones ductae a Furio Cos. , cum hostem ibi non invenissent, Ferentinum quo magna multitudo Volscorum se contulerat, cepere, minus praedae , quam speraverat, fuit, quod postero die prope desertum capitur ; Hernicis ipse ager dono datus,
(2) Id. lib. VII. cap.9.
(3) Liv. lib. X. cap.17: Ad Murgantiam validam urbem oppugnandam ducit ( milites ) . . . . . divendita praeda ad Romuleam pergunt . . . . . . . Ferentinum inde summa alacritate ductus, ubi ad tria millia hostium circa muros caesa, praeda militis fuit.
(4) Id. lib X. cap.34 : Postumius ab Sora in Samnium perrexit . . . . . Allloniam oppugnare adortus caesi tria. millia ducenti. . . . . . . Inde Ferentinum ductae legianes.
(5) Notiz. istoriche di Ferentino nel Sannio oggi Ferrazzan pag. 33.
(6) Blond. Ital. illustr. Reg. III. Cluver. lib. II. cap.15.
Albert. Descriz.
(7) Horat. lib. III. Od.4.
(8) De la Martinier Gran Dict. v. Ferent.
(9) Diod. Sicul. lib. XIX cap. 65.
(10) Plin. lib.III. cap.XI.
(11) Leon. Host. Chr. Casin. lib.II. cap. 50.
(12) Ughel. De Epp. Ferent. vol. VIII.
(13) Summont. Ist. di Nap. lib.III. cap. 9.
(14) Liv. lib.IX. cap.16. Aulius cum Ferentanis uno secundo praelio debellarli, VRBEMQUE IPSAM, quo se fusa contulerat acies obsidibus imperatis, in deditionem accepit.
(15) Blond. Regio XII. Aprut.
(16) Delecamp. in Not. ad Plin. lib. III. cap. XI.
(17) Albert. Desercriz. d'Ital, Abruzz. pag. 255.
(18) Tria Mem. di Larin. lib. 1. cap.7.
(19) Pollid. Antiq. Frent. de beli, Samnit.
(a) Il fiume Foro nasce nelle falde del monte Majello, e bagnando i territorj di Fara, e di Villamagna si scarica nell'Adriatico presso Francavilla. Un di formava il confine mediterraneo de1 Marrucini, e de' Frentani giacché verso il mare si steendevano i Frentani sino ai fiume Aterno. Nelle croniche de' bassi tempi è chiamato Faurus.

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