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LARINUM

LARINUM

Tratto da Storia dei Frentani di Domenico Romanelli

Di questa nobilissima città Frentana ha parlato copiosamente Mons. Tria , onde per non ripetere le medesime cose da lui dette, ci occuperemo solamente delle sue antichissime monete, e di alcune notizie, che ricaviamo dall'aringa di Cicerone a favor di Cluenzio.

Bisogna dire , che Larino fosse capo di un esteso assoluto contado , e quantunque entrasse nella federazione frentana, pure si reggesse indipendente dalle altre città, come regione del tutto separata. Pare, che così si debba interpetrare il poco fa addotto passo di Cesare : per fines Marrucinorum, Frentanorum, Larinatium in Apuliam pervenit. Se i Larinati facean corpo co' Frentani, perché Cesare distinse i Larinati da' Frentani? All'incontro, che questi popoli fossero compresi nella federazione frentana si ha da Plinio, che die' loro il sopranome di Frentani : Larinates cognomine Frantemi, e si ha chiaramente da Tolomeo, che appellò Larino città mediterranea de' Frentani : Frentanorum mediterranea oppida Anxanum, Larinum. Questa indipendenza de' Larinati dal corpo della nazione, e questa separata regione in mezzo a' Frentani ci vien indicata ancora dalle monete, che battè questa città in gran numero, in cui leggiamo in caratteri osci LADINOD Larinor co' tipi di Ercole, di Giove, del Centauro, del bue a volto umano, delle spighe, e di un guerriero armato di asta, e di scudo sopra veloce cavallo (2). Larino adunque aveva una doviziosa officina monetaria, che non troviamo in altre città frentane. Ecco un segno d'indipendenza, dice il Mazzocchi (3), e di riconosciuto primato sopra tutte le città del distretto. Veniam ora a Cicerone.

Questo nostro oratore nella bella difesa, che fece in Roma, di di A. Cluenzio Avito accusato di veneficio da Oppianico per impulso della propria scelerata madre appellata Sassia, ci die' delle interessanti notizie di questa città, e del suo stato politico in quel tempo. Egli adunque lodando Cluenzio aggiunse (3) : homo non solum numicipii Larinatis, sed etiam regionis illius, et vicinitatis facile princeps. Ecco una chiara testimonianza, che Larino al tempo di Cicerone godeva la qualità di municipio. Si conferma da una iscrizione, che si vede in Larino.

DIS MANIB. SAC.
T. TIBIL. T. F. POMP.
PRIMITIVVS
VETER. COH. VII. PRAETORTAE
PATRON. MVNIC. LARINAT. D. S.
FECIT SIBI SVISQVE
L. D. D. D.

Narrando il nostro oratore le lettere spedite da' messi, che furono mandati da Larino per rintracciar Aulio nelle Gallie attestò, che furono recitate nel foro di Larino (5) : quas literas A. Aulus M. illius Aulii propinquus in foro palam recitat e parlò di Oppianico, che spacciando 1'ordine di Silla avea ucciso in Larino i quatuorviri : quatuor viros, quos municipes fecerant, sustulit : onde veniamo a risapere, che il municipio Larinate veniva retto da quattro uomini, come altri municipi da due, oppure da sei. Monsig. Tria riporta varie iscrizioni, nelle quali si vede la serie di questi, e di altri magistrati, che governavano Larino.

Dallo stesso oratore abbiam la notizia, che Papia figlio di Oppianico fosse nato in Teano Appulo per la distanza di miglia 18 da Larino (6) : Papia natus Teani Apuli, quod abest a Larino decem et octo millia passuum. Da questa misura itineraria noi veniamo a confermare il sito di Teano Appulo al di là dal Frentone.

Descrivendo lo stesso Cicerone il carattere empio di Manilio, dimostra, che da vile buffone era arrivato nelle discordie civili nate in Larino (7) : ad earn columnam, ad quam multorum saepe conviciis perductus erat, cioè al posto di pretore. Era questa colonna in Larino, come la Menia in Roma, di cui fé parola Asconio (8), dove solevano convenir al pretore i ladri, i debitori, ed i servi fuggitivi.

Manilio, come ladro vi era stato prima tradotto, e poi col suffragio del popolo, vi presedeva pretore. Racconta il citato monsig. Tria, che questa colonna ancor vedevasi al suo tempo nell'antico foro, ma poi rotta in più pezzi fu impiegata ad un miserabile edifìcio.

Nobile notizia ricaviam dallo stesso oratore de' sacerdoti Marziali, che per antica religione si creavano in Larino (9) : Martiales quidam Larini appellabantur, ministri publici Martis. Erano costoro in gran numero, e si consideravano in Martis familia, cioè servi. Voleva Oppianico renderli liberi, e cittadini romani, ma noi soffrirono né i decurioni, né i municipi Larinati : graviter id decuriones Larinates, cunctique municipes tulerunt.

Finalmente egli racconta, che per assistere alla controversia di Cluenzio, si erano portali in Roma i Frentani, che appellò coll'aggiunto di homines nobilissimi (10), come ancora i Marrucini pari dignitate viri. Vi accorsero parimente i cavalieri Romani, che si trovavano in Teano Appulo, ed in Luceria per ricolmarlo di lodi. Altri lodatori erano venuti da Boviano, e da tutto il Sannio. Anche da Larino erano accorsi tutti coloro, che possedevan ivi terreni, e tenute, e negozianti, e pastori, se dobbiam leggere res pecuarias, o nobili e ricchi, se legger conviene col Lambino qui res pecuniarias habebant. Fin qui Cicerone.

Io non so, come il Mazzocchi, e qualche altro andaron in cerca di Larino verso il mare (11), perché Silio avea detto : Superi Larinas accola ponti, ovvero furono determinati a riconoscere due Larini. Queste congetture si oppongono a tutta 1'antichità, che ne' libri, nelle iscrizioni, nelle monete, e nelle tavole itinerarie ci palesarono una sola Larino, e si oppongono puranche a' segni permanenti, ed a' grandi ruderi dell'antica città in acquidotti, terme, sepolcri, tempj, e specialmente in un grande avanzo di anfiteatro, si osservano anche al presente poco lontano dal sito dell'odierna Larino, sopra una piccola eminenza. Se Silio appellò il Larina te accola superi ponti disse il vero, perché dista dalla foce del Tiferno per dieci miglia.

(1) Caes. Civil. lib. I. cap.23.
(2) V. Tav. IV. N,2.
(3) Mazoch. Diatrib. I. ad T. II.
(4) Cic. pro Cluvent. §.5.
(5) Id. §.8.
(6) Id. §. 9.
(7) Id. §. 12.
(8) Ascon. in divin. contr. Verr.
(9) Cic. §. 15.
(10) Id. §.69
(11) Mazoch. Collect. VIII. Not.86.

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