Fu Cliternia un' antica città Frentana, prima che per la nuova descrizione ordinata da Augusto fosse compresa nel territorio de' Dauni. Tanto Mela, che Plinio scrivendo le opere loro appoggiati all'imperial corografia non dubitarono di situare Cliternia ne' Dauni, e di toglierla da' Frentani. Il viaggio geografico di Mela è diretto dal Tiferno al Frentone, cioè dal settentrione al mezzogiorno, e leggiamo, che subito dopo del primo fiume egli ripose Cliternia, e poi Larino : Dauni tenent Tifernum amnem, Cliterriiam, Larinum, Teanum oppida, itemque montem Garganum. Tutto contrario, ed opposto è il viaggio di Plinio, cioè dal Frentone al Tiferno, ma 1' uno, e l'altro ben convennero nel sito di Cliternia tra Larino, ed il Tiferno : Flumen portuosum Frento, Teanum Apulorurn, itemque Larinum, Cliternia, Tifernus amnis. Cliternia adunque veder dovevasi subito dopo passato il Tiferno, e prima di giungersi a Larino, secondo la topografia di questi due classici autori. Con questa norma noi ci sforzeremo di ritrovarla nel vero suo sito. Io son puranche di parere, che di Cliternia abbia parlato l'itinerario di Antonino Iter Flaminia ab urbe per Picenum col nome corrotto di Corneli, cioè :
Iter Flaminia ab urbe per Picenum
HISTONIO
VSCOSIO XV
ARENIO XIV
CORNELI XXVI
PONTE LONGO XXX
SYPONTO XXX
SALINIS XV
Infatti in questo itinerario Corneli invece di Cliternia è riposto tra Arenio, ossia Larino, tra Ponte Longo, cioè quel ponte, che passava sopra il Fortore per Teano Appulo.HISTONIO
VSCOSIO XV
ARENIO XIV
CORNELI XXVI
PONTE LONGO XXX
SYPONTO XXX
SALINIS XV
Il Cluverio fu di parere (1), che Cliternia poteva riporsi in quel piccolo oppido appellato Campomarino, dov' egli nel suo viaggio pernottò, due miglia dal mare, ed otto da Larino. Fu questa una congettura del Cluverio sfornita di ogni appoggio, e sarà maggiormente per tale considerata, se vera è 1'opinione comune, che tutto questo tratto fosse ne' passati tempi occupato dal mare. Altri autori moderni la confusero coll'altra Cliternia negli Equi, di cui ha parlato anche Plinio : Aequiculanorum Cliternini, quantunque un immenso tratto di terra 1'una separava dall' altra.
Secondo le sensate osservazioni di monsig. Tria Cliternia deve riporsi in quel luogo appellato oggi Licchìano verso la riva del fiumicello Saccione in distanza di cinque miglia da Larino. Egli produsse una relazione storica fatta dal magistrato della vicina terra di S. Martino, ( nel cui territorio è Licchiano ) intorno la traslazione, del corpo di S. Leo, nella quale sì faceva menzione dell'antico sito di Cliternia in Licchiano. Si conferma dalle grandi ruine di edificj, di sepolcri, di terme, e di altre antichità, che si ravvisano tuttora nello stesso sito, cioè presso 1'odierna terra di S. Martino.
Nella cronica inedita di S. Stefano in rivo maris da me conservata si parla di questa città col nome di Cliternia di Diomede, distrutta dagli Ungari insieme colla città Appula nel 947. Il lodato vescovo aggiunge, che dalle sue ruine sorgesse poi un castello detto Cliterniano, ed in seguito corrotto in Licchiano. Di questo nuovo castello fè parola Falcone Beneventano (2), assicurandoci, che prima fu soggetto alla peste, e poi nel 1125 al tremuoto, dai quali due flagelli restò nelle fàbbriche atterrato, e vuoto di abitanti. Ecco, come restò rovinata non solo 1'antica Clilernia, ma anche Cliterniano, che oggi ingombrano cogli sparsi sassi il lido.
TIFERNVS AMNIS.
Nasce questo fiume nelle falde del monte Matese nel Sannìo, e propriamente presso Bojano da un monte, che anche Tiferno appellossi, e dopo il cammino di 40, e più miglia da mezzogiorno a settentrione ricco di acque si scarica nell'Adriatico.
Questo fiume è ricordato da Mela, e da Plinio ne' testi di sopra riportati, come confine settentrionale de' Danni. Tolomeo però 1'ascrisse a' Frentani, ma ne' codici antichi di questo autore, e ne' primi libri editi, invece di Tifernum , vien detto corrottamente Φιτερνον Phiternum, come presso lo stesso Βουβα per Βουκα. Nelle croniche de' bassi tempi vien appellato anche Bifernum, da cui è derivala l'odierna nomenclatura volgare di Biferno.
Oltre del fiume, che sboccava ne' Frentani, noi abbiam notato verso le sue sorgenti nel Sannio tanto la città, che il monte Tiferno.
(1) Cluver. cit.
(2) Falc. Benev., ann. 1125
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