(dalle Memorie di don Francesco Iurescia, Parroco dal 1901 al 1950)
Chiesa rurale di Montelateglia
"Nessuna memoria si è potuta rintracciare di questa chiesa che deve essere molto antica. La tradizione la vuole fondata dai benedettini che vi ebbero anche il convento. Si raccontano anche delle contese sorte fra quelli di Montenero che pretendevano per essi la Madonna per ragioni di territorio, mentre questi di Tavenna non vollero mai cederla. Non esiste nessun pregio artistico, tranne un unico altare sormontato da un lavoro ad intaglio, in legno, in parte dorato.
Risiede su una ricca e ridente collina in contrada omonima, in mezzo al triangolo che formano Tavenna, Montenero e Ripalda, da poco Mafalda. Si vuole che vi fosse un paese di cui Tavenna fosse stata una borgata. Difatti negli scavi che si fanno per seppellire i cadaveri, si trovano spesso dei ruderi, e qualche volta delle travi bruciate e carbonizzate. Vi si sono incominciati a seppellire cadaveri, di questa parrocchia, mancante ancora di cimitero che finalmente è in costruzione, in quella chiesa e dintorni ( prima si sepppellivano nella chiesa parrocchiale, nell’Incoronata, e in san Giorgio, di cui oggi non esiste più traccia) il 27 giugno 1837.
Epoca di terribile epidemia, chiamata colera che terminò il 28 dicembre dello stesso anno facendo circa un trecento vittime, certamente un numero grande in paragone agli abitanti.
Si racconta da alcuni superstiti testimoni oculari, che i cadaveri, ogni giorno, erano portati a mucchi su di un carro appositamente costruito.
Ora finalmente è in costruzione il nuovo cimitero nel locale stesso ove furono seppelliti da tanto tempo, alla rinfusa, tanti cadaveri, e propriamente a settentrione della cappella stessa.
A causa dei seppellimenti dei cadaveri, tanto dentro che fuori la cappella e, quel che è peggio, nelle mura stesse, quel fabbricato è così mal ridotto, che è un miracolo se si mantiene ancora in piedi. Si dice che l’arciprete Angelucci, con pubblico testamento, avesse lasciato per legato, tutte le riparazioni occorrenti per detta chiesa col pavimento in marmo.
Fin da tempo immemorabile si va in tale cappella con solenne pompa, in processione, il 10 di maggio, che è la miglior festa di Tavenna, chiamata anche festa della Madonna.
Ricorre in quel giorno la titolare della Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli.
Si va in quel giorno a riprendere la statua della Madonna che è chiamata Santa Maria in Basilica e più comunemente Madonna di Montelateglia, che verso il mezzogiorno, fra l’entusiasmo di tutto il popolo festante, rientra trionfalmente in paese e poi in chiesa, dove, posta in luogo distinto, viene trattenuta fino alla prima domenica di ottobre, quando invece percorrendo nuovamente il paese fra il popolo piangendo nel vedersi abbandonato dalla Madre, ritorna alla sua prima e odierna dimora in Montelateglia.
Notizie più precise riguardo a questa chiesa, credo, possano ricavarsi nell’archivio di Montecassino, essendovi, come si è detto, esistito un convento di benedettini.
Non avendosi potuto ottenere nulla dall’erede Angelucci, nonostante la causa in esecuzione del testamento, fummo costretti a riparare noi la cappella ridotta in deplorevole stato per la sepoltura abusiva di cadaveri sotto il pavimento, fino al 1909. E perciò dopo diverse riparazioni del tetto e pavimento negli anni antecedenti, nel 1917 si è rifatto il pavimento a mattonelle di cemento…"
Dopo la fine della seconda guerra venne ricostruita, sullo stesso luogo di quella antica.
La 1ª domenica di ottobre è festa solenne per i tavennesi.
La venerata immagine di Santa Maria in Basilica, che dal 10 maggio ha la Sua dimora nella chiesa madre di Santa Maria di Costantinopoli, in Tavenna, viene riportata in processione nella chiesa rurale di Montelateglia.
La tradizione della doppia sede e della doppia festa legata alla sacra immagine della "Madonna di Montelateglia" sorge dopo la metà del 1600, quando il Casale di Montelateglia rimase disabitato per la progressiva diminuzione della sua popolazione. Poiché gli abitanti più autorevoli di quel Casale (come i Soriano, i De Melza, i Moretta...) si erano ritirati a vivere in Tavenna, essi pretesero, appoggiati dalla popolazione, che la statua restasse per alcuni mesi nella chiesa madre di Tavenna a disposizione del culto dei cittadini, per lo più donne, vecchi e malati, i quali data la distanza che separa Tavenna da Montelateglia (circa 5 Km.), non avrebbero potuto tributare la loro devozione alla Madonna, così com’era nel loro ardore di fede.
Durante la 1ª domenica di ottobre del 1943, verso le nove del mattino, i tavennesi si ritrovano in chiesa per dare inizio alla processione che accompagnerà la statua alla Sua originale dimora.
Il parroco don Francesco Iurescia dà il via ma dopo aver fatto pochi metri, quando sono all’altezza dei Colli, appare una squadriglia di bombardieri tedeschi scortati da aerei di caccia.
Gli aerei, però hanno un altro obiettivo ma il sacerdote fa riportare l’immagine indietro; decisione saggia che la salverà dalla certa distruzione.
Chiesa rurale di Montelateglia
"Nessuna memoria si è potuta rintracciare di questa chiesa che deve essere molto antica. La tradizione la vuole fondata dai benedettini che vi ebbero anche il convento. Si raccontano anche delle contese sorte fra quelli di Montenero che pretendevano per essi la Madonna per ragioni di territorio, mentre questi di Tavenna non vollero mai cederla. Non esiste nessun pregio artistico, tranne un unico altare sormontato da un lavoro ad intaglio, in legno, in parte dorato.
Risiede su una ricca e ridente collina in contrada omonima, in mezzo al triangolo che formano Tavenna, Montenero e Ripalda, da poco Mafalda. Si vuole che vi fosse un paese di cui Tavenna fosse stata una borgata. Difatti negli scavi che si fanno per seppellire i cadaveri, si trovano spesso dei ruderi, e qualche volta delle travi bruciate e carbonizzate. Vi si sono incominciati a seppellire cadaveri, di questa parrocchia, mancante ancora di cimitero che finalmente è in costruzione, in quella chiesa e dintorni ( prima si sepppellivano nella chiesa parrocchiale, nell’Incoronata, e in san Giorgio, di cui oggi non esiste più traccia) il 27 giugno 1837.
Epoca di terribile epidemia, chiamata colera che terminò il 28 dicembre dello stesso anno facendo circa un trecento vittime, certamente un numero grande in paragone agli abitanti.
Si racconta da alcuni superstiti testimoni oculari, che i cadaveri, ogni giorno, erano portati a mucchi su di un carro appositamente costruito.
Ora finalmente è in costruzione il nuovo cimitero nel locale stesso ove furono seppelliti da tanto tempo, alla rinfusa, tanti cadaveri, e propriamente a settentrione della cappella stessa.
A causa dei seppellimenti dei cadaveri, tanto dentro che fuori la cappella e, quel che è peggio, nelle mura stesse, quel fabbricato è così mal ridotto, che è un miracolo se si mantiene ancora in piedi. Si dice che l’arciprete Angelucci, con pubblico testamento, avesse lasciato per legato, tutte le riparazioni occorrenti per detta chiesa col pavimento in marmo.
Fin da tempo immemorabile si va in tale cappella con solenne pompa, in processione, il 10 di maggio, che è la miglior festa di Tavenna, chiamata anche festa della Madonna.
Ricorre in quel giorno la titolare della Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli.
Si va in quel giorno a riprendere la statua della Madonna che è chiamata Santa Maria in Basilica e più comunemente Madonna di Montelateglia, che verso il mezzogiorno, fra l’entusiasmo di tutto il popolo festante, rientra trionfalmente in paese e poi in chiesa, dove, posta in luogo distinto, viene trattenuta fino alla prima domenica di ottobre, quando invece percorrendo nuovamente il paese fra il popolo piangendo nel vedersi abbandonato dalla Madre, ritorna alla sua prima e odierna dimora in Montelateglia.
Notizie più precise riguardo a questa chiesa, credo, possano ricavarsi nell’archivio di Montecassino, essendovi, come si è detto, esistito un convento di benedettini.
Non avendosi potuto ottenere nulla dall’erede Angelucci, nonostante la causa in esecuzione del testamento, fummo costretti a riparare noi la cappella ridotta in deplorevole stato per la sepoltura abusiva di cadaveri sotto il pavimento, fino al 1909. E perciò dopo diverse riparazioni del tetto e pavimento negli anni antecedenti, nel 1917 si è rifatto il pavimento a mattonelle di cemento…"
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Il 23 ottobre 1943 alle ore 11, la retroguardia tedesca, con potenti cariche di tritolo ridusse l'antica chiesa ad un cumulo di macerie, probabilmente per evitare che essa diventasse un comodo posto di osservazione per le truppe alleate incalzanti.Dopo la fine della seconda guerra venne ricostruita, sullo stesso luogo di quella antica.
La 1ª domenica di ottobre è festa solenne per i tavennesi.
La venerata immagine di Santa Maria in Basilica, che dal 10 maggio ha la Sua dimora nella chiesa madre di Santa Maria di Costantinopoli, in Tavenna, viene riportata in processione nella chiesa rurale di Montelateglia.
La tradizione della doppia sede e della doppia festa legata alla sacra immagine della "Madonna di Montelateglia" sorge dopo la metà del 1600, quando il Casale di Montelateglia rimase disabitato per la progressiva diminuzione della sua popolazione. Poiché gli abitanti più autorevoli di quel Casale (come i Soriano, i De Melza, i Moretta...) si erano ritirati a vivere in Tavenna, essi pretesero, appoggiati dalla popolazione, che la statua restasse per alcuni mesi nella chiesa madre di Tavenna a disposizione del culto dei cittadini, per lo più donne, vecchi e malati, i quali data la distanza che separa Tavenna da Montelateglia (circa 5 Km.), non avrebbero potuto tributare la loro devozione alla Madonna, così com’era nel loro ardore di fede.
Durante la 1ª domenica di ottobre del 1943, verso le nove del mattino, i tavennesi si ritrovano in chiesa per dare inizio alla processione che accompagnerà la statua alla Sua originale dimora.
Il parroco don Francesco Iurescia dà il via ma dopo aver fatto pochi metri, quando sono all’altezza dei Colli, appare una squadriglia di bombardieri tedeschi scortati da aerei di caccia.
Gli aerei, però hanno un altro obiettivo ma il sacerdote fa riportare l’immagine indietro; decisione saggia che la salverà dalla certa distruzione.
Colle di MontelategliaFacciata
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