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Chiesa parrocchiale Santa Maria di Costantinopoli

Santa Maria di Costantinopoli

(dalle Memorie di don Francesco Iurescia, Parroco dal 1901 al 1950)

LA CHIESA

Nel volume 2° del registro dei battezzati al primo foglio, l’arciprete pro tempore don Ferdinando Zaccardi (+ 12.12.1796) fece una memoria, dicendo di avere benedetta e messa la prima pietra, dietro permesso del vescovo di Termoli Giuseppe Buccarelli che a ciò lo delegava, il 28 maggio del 1770, dedicandola a Santa Maria di Costantinopoli. E’ una bella chiesa ricca di ornati a stucco coll’altare maggiore a stucco lucido.

Nella corona del portone di detta chiesa vi è inciso:
D.O.M. Illirici gens cara Deo me extollere curant. Deiparae sacramenti regiam. Regis ero A.D. 1773.

(Al Signore Ottimo Massimo, gli Illiri, gente cara a Dio, curano di sollevarmi. Reggia del sacramento della Deipara. Sarò di re, Anno del Signore 1773.).

Non c’è nessuna memoria del termine dei lavori. Ai fianchi dell’altare maggiore però si legge: A.D. MDCCXCVI (1796). Simon Iaviculi S.P.F. .
La chiesa Parrocchiale ha una sola navata, è lunga m 39,70, larga 9,80, alta 11,40, non compresa la cupola.

Ha quattro altari laterali, ricchi di stucchi e nicchie con statue di bella fattura.

Lungo gli anni ha avuto bisogno di vari interventi e restauri. L’ultimo intervento per l’installazione dell’impianto di riscaldamento a pannelli radianti sotto pavimento ha riportato alla luce un vecchio pavimento con disegno a mosaico, che è stato restaurato. E’ stato riaperto al culto il 2 luglio 2000, con la celebrazione della Prima Messa solenne del novello sacerdote Carlo Lamelza.

LE STATUE

1. Santa Maria di Costantinopoli, titolare della chiesa parrocchiale
E’ una statua molto antica, credo, in legno pesantissimo. Siede, la Madonna col Bambino sul braccio destro, su una sedia e ai piedi una nuvola con due angioletti. La statua, fatta a regola d’arte in atteggiamento pietoso, ispira veramente devozione. Rovinata col tempo e logora dall’umidità, fu ritoccata a spese del popolo da uno di Santa Croce di Magliano di nome Michele Pilla nell’anno 1897.

2. San Giorgio martire protettore della parrocchia
E’ questa una statua antichissima di cui non si può precisare l’epoca non essendovi nessuna memoria al riguardo. E’ piccolina ma bellissima, in legno pesantissimo col santo su un cavallo che guarda intimorito il drago sottostante, mentre san Giorgio è colla lancia in mano in atto di ferire il drago. Probabilmante questa statua fu nella cappella portante lo stesso nome, in contrada omonima, attualmente del tutto distrutta. Lo scrivente lo ricorda nelle sole quattro mura, un paio di metri fuori terra, una ventina d’anni fa, quando furono totalmente abbattute per ricavare le poche pietre atte alla nuova fabbrica della cappella di san Nicola. I vecchi attuali la ricordano sempre diruta e che nell’epoca in cui si seppellivano i cadaveri nella chiesa parrocchiale, di tanto in tanto, per far posto ai nuovi, si diseppellivano i cadaveri vecchi e si andavano a buttare nelle fosse a san Giorgio.
La statua dicono fosse fatta ritoccare dall’arciprete Angelucci (parroco dal 1940 al 1989), dall’artista del genere Falcucci di Atessa, una quarantina d’anni fa.
Esiste nello stesso altare del santo una statuetta bellissima, chiamata comunemente san Giorgino, portante una reliquia sigillata del santo, la quale nella festa, viene portata in processione dall’arciprete o da un altro sacerdote.
Viene fatta la relativa festa in 23 di aprile e nel 1903 fu celebrato il XVI centenario.

3. Santa Irene vergine e martire, padrona della parrocchia
Anche questa è una statuetta bellina, in legno, di cui secondo il solito delle altre, non esiste nessun documento storico. E’ assisa su di una nube con un paesaggio sottostante. Viene invocata come protettrice dei fulmini e saette e forse perciò guarda il cielo tenendo sollevata la mano destra. In separato reliquiario esiste una piccola reliquia che viene esposta in occasione della festa e portata colla statua in processione il 3 settembre. Nel 2 e 3 settembre vien fatta anche una fiera che forse sarà stata istituita nel 1829 come diceva il nonno dello scrivente Nicola fu Giorgio Canaparo.

4. San Giuseppe sposo di Maria
E’ una statua in legno pesantissimo a mezzo busto di gran pregio. Nella festa di ogni anno suole farsi la novena colla messa solenne senza la processione. Viene portata in processione nella festa di san Nicola l’11 maggio, quando si portano tutte le statue della chiesa madre, esclusa la titolare, e nella solennità dell’Ascensione.

5. San Desiderio martire
Anche questa è una statua credo molto antica. Fu ritoccata dall’artista Michele Falcucci di Atessa nel 1894 per cura di un certo Scipione De Notaris fu Luigi, sarto di Tavenna, il quale spese per tale opera un centinaio di lire. Fin dal suddetto anno poi s’introdusse l’uso di farne la festa che ricorre il 3 di ottobre. Tale festa non si avrebbe dovuta permettere perchè erano già troppe le feste popolari che si facevano. Nel piedistallo della statua, che è in legno a mezzo busto, esiste una reliquia del santo.

6. Sant’Antonio da Padova
Questa statua forse antica, a dire la verità ha poco valore. Come nelle altre parti, il popolo ne è devotissimo. Disgraziatamente la festa non avviene quasi mai nel giorno proprio del 13 giugno come vorrebbe il popolo, per mancanza di mezzi necessari che in grande copia occorrerebbero nel giorno proprio. Perciò la festa di sant’Antonio viene celebrata nel 13 giugno solo in quei periodi che si possono spendere delle grandi somme. E’ uso nei proprietari di vestire i carri che, tirati dai buoi accrescono la solennità della festa. Essi seguono il santo in processione secondo l’ordine del numero tirato a sorte. Ridotta in cattivo stato fu ritoccata nel 1897 da Michele Pilla di Santa Croce di Magliano

7. Maria Santissima Addolorata
E’ una statuetta alquanto bella nel suo genere, di cui pur tuttavia come di tante altre non c’è la festa, nè fu potuta ritrovare nessuna memoria.

8. San Michele Arcangelo
E’ questa una statua nuovissima alquanto bella, fatta venire da alcuni devoti per iniziativa di Domenico Croce nel 1898. Fu portata da Michele Pilla da Santa Croce di Magliano, non si crede però che fosse opera sua. Nei primi anni si fece un po' di festa poi non più, nemmeno la messa.

9. San Antonio abate
Fatta venire nel gennaio del 1934 dietro insistenza di parecchi e per cura di Angela di Pardo, dalla ditta di Ettore Arnesi di Parma.

10. Santissimo Redentore o Risurrezione
E’ una statua di mediocre grandezza e di poco pregio fatta a devozione di M. Paola Silvestri fu Domenico e Susanna Drusco, vedova di D. Braverio Zara nel 1838 dall’artista Giacomo Falcucci da Agnone.

Portale

Dopo il restauro

Presbiterio

Fonte battesimale


Altare maggiore



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