Storia:
Risale al 28 settembre 1745 e poiché due nazioni (Olanda e Giappone) che possedevano un inno di epoca anteriore non lo avevano ancora ufficializzato, cronologicamente e storicamente è il primo inno ufficiale del mondo.
Come altri aspetti dell'ordinamento britannico, il suo utilizzo come inno nazionale non è sancito da alcuna legge parlamentare o proclama reale, è invece frutto della consuetudine. È probabilmente l'inno più famoso al mondo in quanto in uso in tutti i territori dell'Impero Britannico; rimase inno nazionale in Canada fino all'adozione di quello attuale nel 1980 così in Australia fino al 1984. In Sud Africa fu dapprima unico inno nazionale poi sostituito dal 1961 da quello di Lourens De Villiers "Die Stem van Suid Afrika / The call of South Africa", ancora oggi in vigore sebbene unito all'inno di Sontonga. In Nuova Zelanda l'inno ha valenza nazionale affiancato a "God defend New Zealand", prima del 1977 il "God save the Queen" era il solo inno nazionale utilizzato in Nuova Zelanda; per gli altri paesi del Reame del Commonwealth, il "God Save the Queen" è l'inno reale suonato in presenza del sovrano o qualche membro della famiglia reale o in commemorazioni particolari.
Essendo stato lungamente l'inno nazionale di molti paesi del mondo talvolta le persone più anziane tendono a riconoscerlo come proprio inno nazionale a discapito degli inni successivamente adottati, succede così in Canada, Australia e altri paesi dove comunque rimane come inno reale.
La melodia del "God save the Queen" fu composta su comando di Giorgio II Hannover divenuto re di Gran Bretagna, ed essendo questi principe elettore di Hannover, l'inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1870 all' Impero Tedesco (1870 - 1919) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di "Heil dir im Siegerkranz" ("Ave a te nella corona della vittoria"),e rimase poi in vigore senza testo nella nuova Repubblica tedesca fino al 1922.
All'epoca i compositori venivano considerati dai monarchi dei semplici servitori, e perciò il nome del compositore, come pure quello del poeta, sono rimasti ignoti. Sono state avanzate delle ipotesi storico- musicologiche con i nomi di Hernry Carey (1687-1743) e John Bull (1562-1628) ma come si può notare le date non coincidono con il 1745. La posizione ufficiale del Governo britannico è "autori ignoti".
Il motivo principale dell'inno è presente anche ne La vittoria di Wellington di Ludwig Van Beethoven, nonché in altre 13 composizioni di musica classica; in tre di esse però la sua citazione va intesa come Inno tedesco, e in una come Inno statunitense. È interessante notare che ogni regione del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) possiede un proprio inno, e che negli eventi sportivi internazionali a squadre viene eseguito questo, e non il "God save the Queen". Complessivamente l'inno God save the King è stato in vigore come inno nazionale per 143 anni (1745-1837, 1901-1952) ovvero quando in carica ci furono sovrani maschi che furono 8 Giorgio II, Giorgio III, Giorgio IV, Guglielmo IV, Edoardo VII,Giorgio V, Edoardo VIII, Giorgio VI mentre il God save the Queen è in vigore da 122 anni(1837-1901, 1952-) nonostante le Regine siano state solamente due, la regina Vittoria e l'attuale regina Elisabetta.
Seconda canzone: "Rule Britannia!" *
Rule, Britannia! è un canto patriottico britannico. Il canto trae le sue origini dal poema "Rule, Britannia" composto dal poeta James Thomson[1]; venne musicato da Thomas Arne nel 1740. Dopo, o quasi al pari, del God save the Queen è considerata la marcia più famosa del Regno Unito, divenuta in voga soprattutto nel XIX secolo rappresentò per più di un secolo l'Imperialismo britannico nel mondo. Anche oggi è universalmente abbinata alla Gran Bretagna e spesso nel film viene inserita quando ci si sposta nel Regno Unito o quando ci sono come protagonisti dei britannici, è il caso ad esempio de il giro del mondo in 80 giorni del 1956 con David Niven. Ufficialmente è una delle marcie della Royal Navy ma essendo ormai "nazionale" viene comunque eseguita dalle bande militari dei reggimenti terrestri e aereonautici di tutto il Regno Unito. Il canto chiude ogni anno insieme con l'inno nazionale l'ultima notte dei Proms a Londra.
1
- When Britain first, at Heaven's command
- Arose from out the azure main;
- This was the charter of the land,
- And guardian angels sang this strain:
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
2
- The nations, not so blest as thee,
- Must, in their turns, to tyrants fall;
- While thou shalt flourish great and free,
- The dread and envy of them all.
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
3
- Still more majestic shalt thou rise,
- More dreadful, from each foreign stroke;
- As the loud blast that tears the skies,
- Serves but to root thy native oak.
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
4
- Thee haughty tyrants ne'er shall tame:
- All their attempts to bend thee down,
- Will but arouse thy generous flame;
- But work their woe, and thy renown.
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
5
- To thee belongs the rural reign;
- Thy cities shall with commerce shine:
- All thine shall be the subject main,
- And every shore it circles thine.
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
6
- The Muses, still with freedom found,
- Shall to thy happy coast repair;
- Blest Isle! With matchless beauty crown'd,
- And manly hearts to guard the fair.
- "Rule, Britannia! rule the waves:
- "Britons never will be slaves."
Traduzione
(1)
Quando in principio, al comando del Cielo
la Britannia sorse dall'azzurro oceano,
questa fu la creazione del paese,
e gli angeli custodi cantarono questa melodia:
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
(2)
Le nazioni, non così benedette come Te,
devono, una alla volta, soccombere ai tiranni,
mentre Tu prospererai grande e libera,
temuta ed invidiata da tutte loro.
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
(3)
Ancora più maestosa e più terribile Ti ergerai,
dopo ogni aggressione straniera;
come il fragoroso colpo di vento che lacera i cieli,
ma serve a far radicare le tue querce native.
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
(4)
Gli arroganti tiranni non ti sottometteranno,
tutti i loro tentativi di piegarti
desteranno il tuo nobile splendore,
causeranno solamente la loro sventura e il tuo successo.
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
(5)
A Te appartiene il regno rurale;
le Tue città prospereranno con il commercio:
tutte saranno dipendenti dal mare,
ed ogni Tua terra che esso racchiude.
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
(6)
Le Muse, ancora con ritrovata libertà,
ripareranno sulla tua costa felice.
Isola benedetta! Coronata con impareggiabile bellezza,
e con cuori risoluti a difendere ciò che è bello.
"Domina Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi."
* Britannia era il nome latino dato dai Romani all'attuale Gran Bretagna, probabilmente riprendendo una forma celtica autoctona. La storiografia impiega talvolta i termini Antica Britannia o Britannia preistorica per indicare quella fase della storia inglese che va dalla Preistoria alla conquista romana della Britannia (43 d.C.).
Pertanto è almeno contraddittorio che una canzone con il nome di un'antica colonia romana dica:
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