Passa ai contenuti principali

SIAMO FRENTANI - La nostra storia - Non dovremmo lasciar che il disinteresse cancelli la “memoria” del passato.


La regione MOLISE è costituita dalla unione di 2 territori che in epoca italica (VIII sec. a. C.) appartenevano alla tribù dei PENTRI, con capitale BOJANO, ed alla tribù dei FRENTANI, con capitale LARINO.

La regione MOLISE [i confini (verde) dei 136 comuni ] nell’VIII sec. a. C.: il territorio dei “PENTRI” (rosso) ed il territorio dei “FRENTANI” (nero).

L’occupazione dei 2 territori avvenne in occasione del ver sacrum che permise ai giovani SABINI (Sabelli) di trasferirsi dalla SABINA nelle zone meno popolate dell’Italia centro-meridionale e lungo la costa del mare Adriatico, dando origine, oltre a quelle già citate, alle tribù dei PICENI,MARRUCCINIPELIGNIMARSICARECINIIRPINICAUDINI etc..
Per la loro migrazione i Sabelli utilizzarono i tratturi che ancora oggi attraversano longitudinalmente e trasversalmente il MOLISE.



Nel territorio molisano i primi insediamenti sorsero sulle cime delle colline e delle montagne per controllare e difendere il territori e per comunicare visivamente tra loro; con la dominazione romana (III sec a. C.) nacquero gli insediamenti in pianura.
Con la caduta dell’impero romano e con le invasioni barbariche furono riutilizzati e potenziati  i primi insediamenti o ne furono costruiti di nuovi (incastellamento): esigenze che giustificano l’esistenza dei 136 comuni sul territorio del MOLISE.
Ciascuna delle tribù che si erano formate dopo il ver sacrum, scrisse Salmon, costituiva un’entità politica a sè stante, (…). Sembrerebbe lecito supporre che ciascuna delle quattro tribù (Pentri, Irpini, Caudini e Carecini)costituisse un touto, ma non sappiamo se e come esse differissero fra loro quanto ad assetto costituzionale e politico. Presumibilmente, ciascuna aveva una località che al tempo stesso costituiva una unità submunicipale ed era la (il caput gentis, per così dire), il centro amministrativo dell’intero touto. Iscrizioni osche che menzionano un meddix tuticus, il più alto funzionario in uno stato sannita, indicano che Bovianum (BOJANO) era la capitale dei Pentri, e ciò è confermato da Livio. (…).
Salmon: Ciascun touto era una repubblica, e non un regno. Uno stato sabellico non era soltanto repubblicano, ma anche  (….).La  ristretta classe dominante conservava il suo potere attraverso la carica del meddix, che è quindi opportuno esaminare attentamente. Il meddix tuticus godeva di un’autorità completa e illimitata nel suo touto. … . Oltre a sovrintendere all’amministrazione della legge, egli era il capo militare dello stato e svolgeva un certo ruolo, in origine certamente quello principale, nella religione ufficiale. Egli convocava e presiedeva le riunioni del consiglio e dell’assemblea, e controllava l’amministrazione delle finanze dello stato. Come magistrato eponimo, la sua carica era annuale, ma sembra che potesse venire rieletto per più volte consecutive. Oltre a questo magistrato supremo, nello stato sabellico vi erano anche funzionari minore. (…).Probabilmente i Sanniti eleggevano i loro magistrati ed avevano sia un consiglio che un’assemblea.


Salmon: Nel IV e agli inizi del III, i Sanniti erano completamente indipendenti, la loro Lega (PENTRIIRPINICAUDINI e CARECINI), era solodamente unita, e non solo dalla dominazione di una tribù su tutte le altre: l’unione era cementata da una forma di determinazione di tener testa a Roma fino alla fine. (…). Il particolarismo, presente nel Sannio come in altre parti dell’Italia, non impedì alla Lega di rappresentare un primo passo verso l’unità politica.
XXX La Lega sannita era formata da PENTRIIRPINICAUDINI e CARECINI,i cui quattro membri erano virtualmente stati indipendenti, con una sfera di attività comuni probabilmente piuttosto ristretta. E’ possibile che ci fosse una qualche forma di attività politica comune e, benchè non siamo a conoscenza di un’assemblea popolare della Lega in quanto tale, è significativo il fatto che l’alleanza di tipo federale degli stati italici che parteciparono alla guerra sociale sembra averne avuto una.
XXX Si pensi anche agl’insorti della guerra sociale, che erano tutti sabelli o sabellici (cioè affine ai Sabelli): essi si unirono in un’alleanza che, pur non avendo forse tutte le caratteristiche di una confederazione, doveva però certamente costituire qualcosa di più di un semplice patto militare. Il fatto di aver assunto il nome Italia, come è provato dalle monete, di aver assunto una capitale unica e un unico senato a Corfinio (poi a Bojano e per ultimo ad Isernia)e di aver periodicamente convocato un’assemblea, ciò che fa supporre che tutti i membri dell’alleanza avessero una cittadinanza in comune, rivela un tentativo di dare all’Italia un assetto federale.

Il territorio della Lega Italica (I sec. a. C.) (rosso). Erano escluse Benevento, Isernia ed altre città divenute "colonia latina".

Non si può però fare a meno di chiedersi quale sarebbe stata la storia politica dell’Italia nelle epoche successive se il principio sabello della lega fra gli stati fra loro uguali avesse prevalso sulla prassi romana del .

XXX  Dopo la definitiva conquista ROMANA dell’Italia centro-meridionale, l’imperatore Augusto divise il territorio della penisola in 12 regioni: il territorio dei PENTRI, il territorio costiero dei FRENTANIdi Lanciano, (i FRENTANI con capoluogo Larino furono inclusi nella II regione), i CARECINI, i MARRUCCINI, i PELIGNI, i MARSI, gli ALBENSI, gli EQUICOLI, i VESTINI, i SABINI fecero rate della IV regione.


Il potere centrale di ROMA dominava, ma non furono modificati i confini dei territori pertinenti ad una colonia o ad un municipio; tant’è che con l’avvento del cristianesimo le sedi episcopali li adottarono per delimitare le diocesi.
I confini delle diocesi istituite dal v sec. (esitenti o soppresse) nella regione MOLISE esistono ancora oggi (2011)
Oreste Gentile.
(3^ parte: L’amministrazione del territorio del MOLISE dal V sec. all’epoca angioina.)


 Il MOLISE ( I sec. a. C.) nella IV regione augustea “SAMNIUM”: il territorio dei “PENTRI” (rosso); nella II regione il territorio dei “FRENTANI” di LARINO (nero).


Il MOLISE nel XI sec.: la contea di Bojano (1) di Rodolfo de Moulins/de Molisio comprendeva le contee di Isernia (2), di Venafro (3), la Terra Burrellensis” (4) nella contea di Trivento, quanto rimaneva della contea di Trivento (5), parte della contea di Larino (6), esclusa la contea di Termoli (7).


 Il MOLISE nel XII sec.: la contea (rosso) di Bojano ed il feudo di Serracapriola (punto e tratto rosso) dopo l’espansione del conte Ugo II “de Molinis”.Il MOLISE nell’anno 1142: la contea di Bojano si chiamò contea di MOLISE (rosso). Il confine (blu) divideva amministrativamente la contea tra il “Principato di Capua” ed il “Ducato di Apulia”.


Il territorio delle contee di Venafro (1), contea di Isernia (2), contea di Trivento (3) e contea di Bojano, con il territorio di Sepino (6) avevano fatto (anno 667) parte del gastaldato di Alzecone, Divennero (anno 897?) 4 contee autonome. Nel territorio frentano furono istituite la contea di Termoli (4) e la contea di Larino (5).


Come possiamo vedere Tavenna faceva parte della contea di Termoli che era retta dal conte Attoni.

Commenti

Post popolari in questo blog

Papa Celestino V (molisano)

Celestino V, nato Pietro Angeleri (o, secondo altre fonti, Angelerio) e più conosciuto come Pietro da Morrone (Molise, 1215 - Fumone, 19 maggio 1296), fu Papa dal 29 agosto al 13 dicembre 1294. Fu incoronato ad Aquila (oggi L'Aquila) il 29 agosto del 1294 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove è sepolto. Fu il primo Papa che volle pontificare al di fuori dei confini dello Stato Pontificio. E' venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio. Natali Di origini contadine, penultimo di dodici figli, nacque nel 1215 nel Molise. La sua nascita è rivendicata da 2 comuni: Isernia e Sant'Angelo Limosano. Recentemente anche Sant'Angelo in Grotte, frazione di Santa Maria del Molise ne ha rivendicato i natali "... in un castello di nome Sancto Angelo". Altre fonti fanno risalire la sua nascita addirittura all'anno 1209. Da giovane, per un breve periodo, ebbe a soggiornare presso il monastero benedettino di Santa Ma

Carta Geografica della Sabina pubblicata nel 1648 a Parigi

Rara e curiosa carta geografica della Sabina comprendente parte del Lazio, dell'Umbria, dell'Abruzzo e del Molise proveniente dalla poco nota opera storico-geografica intitolata “Parallela Geographia veteris et novae” del padre gesuita Philippe Briet che fu pubblicata nel 1648 a Parigi nell’officina tipografica dei fratelli Cramoisy. L’opera del Briet aveva il compito di presentare, in comparazione, i risultati raggiunti dalle due geografie, l’antica e la moderna: tra le fonti antiche citate troviamo Strabone, Tolomeo, Plinio ed Eraclito; mentre per quanto concerne i cartografi moderni, oltre all’Ortelius, a Magini, Botero, Mercator e Cluverius, trovano ampio spazio Flavio Biondo e Leandro Alberti.

BUCA

Tratto da Storia dei Frentani di Domenico Romanelli §. 11. B V C A. Non v'ha città nel nostro regno, che sia stata soggetta ad infinite dispute per la sua situazione, quanto Buca. Menzionata più volte da Strabone, da Mela, da Plinio, e da Tolommeo ella occupava un posto distinto tra le città fremane : ma quanto è certa la sua esistenza, altrettanto sembra oscuro il sito, dov'ella fu innalzata. Udiam dunque prima le testimonianze de' citati autori classici, come per base delle diverse congetture, e poi cercheremo di fissare la nostra scoverta. Strabone il primo attestò, che dopo Aterno era situata Ortona navale de' Frentani, e poi Buca de' Frentani medesimi presso Teano Appulo. E questa la traduzione del Casaubono: Post Aternum Orton est Frentanorum navale, et Buca ipsa Frentanorum contermina Theano Apulo. Si vede adunque da questo passo, che Buca esisteva nel paese frentano dopo Ortona verso Puglia, e presso la città di Teano. Da Tolommeo si ripose Buca anche ne&