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L'Illiria


All'epoca di Cesare l'Illiria (o Illirico) era la regione corrispondente all'attuale fascia costiera orientale del Mare Adriatico, abitata dagli Illiri, un'antica popolazione che probabilmente parlava una lingua indoeuropea.

Le principali città dell'Illiria erano Scodra (l'odierna Scutari), Lissa (l'odierna Alessio) ed Epidamno (l'odierna Durazzo).

Gli Illiri arrivarono nella parte occidentale della penisola Balcanica intorno al 1000 a.C., tra la fine dell'Età del Bronzo e l'inizio dell'Età del Ferro. Nei successivi mille anni, essi occuparono territori che si estendevano dai fiumi Danubio, Sava e Morava al Mare Adriatico ed ai monti Sar.


Caratteristiche


Durante il XIX secolo e nei primi del XX, gli archeologi associarono gli Illiri con la cultura di Hallstatt, popolazione dell'età del ferro nota sia per la produzione di spade in bronzo e ferro, con la tipica elsa dalla forma alata (Ha C), che per l'allevamento dei cavalli. Oggi, far corrispondere ad una cultura materiale un dato gruppo politico e linguistico è considerato un errore, poiché non abbiamo a disposizione la conoscenza degli effettivi cambiamenti culturali e linguistici.

L'area fu inizialmente abitata da due gruppi, noti dai tempi dell'Impero Romano con il nome di Pannoni e Dalmati, ma le moderne ideologie sul nazionalismo razziale tendono a minimizzare il fenomeno di commistione tribale che ha avuto luogo negli ultimi tre millenni.

Gli Illiri intrapresero contatti commerciali e bellici con i loro vicini. Gli antichi macedoni probabilmente avevano radici illiriche, ma sotto Filippo il macedone la classe dominante assorbì la cultura Greca. Si mescolarono anche con i Traci nell'annessione dei territori orientali. A sud e lungo le coste del Mare Adriatico, gli illiri subirono molto l'influenza dei greci, che vi fondarono delle postazioni commerciali. L'odierna città di Durazzo si sviluppò per l'appunto da una colonia greca nota come Epidamno, fondata alla fine del VII secolo a.C. Un'altra famosa colonia greca, Apollonia sorse tra Durazzo e la città portuale di Valona.

Gli illiri producevano e scambiavano bestiame, cavalli, prodotti agricoli e beni di lusso forgiati nel rame locale e nel ferro. Furti e guerre erano all'ordine del giorno tra le popolazioni illiriche, e i loro pirati furono una lunga piaga per i marinai che solcavano l'Adriatico. I consigli degli anziani sceglievano un capo a guida di ognuna delle tribù illiriche. Di volta in volta, i capi locali estendevano il loro controllo sopra altre tribù e formavano regni dalla breve vita. Durante il V secolo a.C., un centro ben sviluppato si era esteso nell'estremo nord, sulla parte alta della valle del fiume Sava, oggi Slovenia. Fregi illirici sono stati scoperti nell'attuale città di Lubiana mostranti sacrifici rituali, festività, battaglie, eventi sportivi e altre attività.

Più volte i gruppi di illiri migrarono al di là delle loro terre diretti nella penisola italica.


Il regno Illirico


Il regno illirico di re Bardhylus divenne un formidabile centro di potere nel IV secolo. Nel 359 a.C., il re di Macedonia, Perdicca III, fu ucciso durante un assalto agli Illiri. Nel 358 a.C., Filippo II il Macedone, padre di Alessandro Magno, li sconfisse e assunse il controllo del loro territorio fino al lago di Ocrida. Alessandro stesso condusse le truppe del loro capo Clito nel 355 a.C. e condottieri tribali illirici nonché molti soldati accompagnarono Alessandro alla conquista della Persia. Dopo la sua morte nel 323 a.C., regni Illirici indipendenti si ribellarono nuovamente. Nel 312 a.C. re Glauco espulse i greci da Durazzo. Verso la fine del III secolo a.C., un regno Illirico si stanziò nei pressi dell'odierna città albanese di Scutari e pose il suo controllo su parte dell'Albania settentrionale, Montenegro e Erzegovina. Sotto la regina Teuta, attaccarono imbarcazioni mercantili romane nel Mare Adriatico e diedero a Roma una valida scusa per invadere i Balcani.

Nelle guerre illiriche del 229 a.C. e del 219 a.C., Roma passò ben oltre i loro stanziamenti nelle valle del fiume Narenta e soppresse quella pirateria che aveva reso l'Adriatico un mare pericoloso. Nel 180 a.C. i Dalmati si dichiararono indipendenti da re Genti, che pose la sua capitale a Scutari. I romani riottennero la regione nel 168 a.C., e le truppe romane catturarono re Genti a Scutari (che chiamavano "Scodra") e lo condussero a Roma nel 165 a.C.. Un secolo dopo, Giulio Cesare e il suo rivale Pompeo combatterono la loro battaglia decisiva vicino Durazzo (Dyrrhachium). Alla fine, durante il regno dell'imperatore Tiberio, l'impero sottomise le tribù ribelli illiriche nei Balcani occidentali nel 9 a.C., e vi stabilì la provincia di Illiricum, governata da un "ambasciatore" romano. I romani suddivisero il teritorio nelle province di Dalmazia ed Epiro.


La provincia romana dell'Illiricum


Per circa quattro secoli, il dominio di Roma apportò nelle terre illiriche un notevole sviluppo commerciale e culturale e pose fine ai dissensi nati tra le tribù locali. Nelle montagne del luogo, i capi dei vari clan mantennero l'autorità, ma strinsero un'alleanza con l'imperatore e riconobbero l'autorità dei suoi delegati. Durante la festa annuale in onore dei cesari, i montanari illiri giuravano lealtà all'imperatore e riconfermavano i loro diritti politici. Una simile forma di tal tradizione, nota come la kuvend, sopravvive tutt'oggi nel nord dell'Albania.

I romani stanziarono numerosi accampamenti e colonie, ma la latinizzazione culturale si limitò alle città costiere. Inoltre supervisionarono la costruzione di acquedotti e strade, compresa la Via Egnatia, una famosa rotta militare e strada di commercio che conduceva da Durazzo attraversando la valle del fiume Shkumbini fino in Macedonia e a Bisanzio (poi chiamata Costantinopoli). Rame, argilla e argento venivano estratti dalle montagne. Le esportazioni principali erano vino, formaggio, olio e il pesce dal lago di Scutari e dal lago di Ocrida. Tra le importazioni erano inclusi vari attrezzi, manufatti in metallo, beni di lusso e altri articoli artigianali. Apollonia divenne un centro culturale, e lo stesso Giulio Cesare vi inviò suo nipote Ottaviano (che diventerà l'imperatore Augusto), per intraprendere gli studi.

Gli illiri si distinsero con i loro guerrieri nelle legioni romane e composero in gran parte la Guardia Pretoriana. Vari imperatori romani ebbero le loro origini tra la popolazione dell'Illiria. Tra questi Diocleziano (284-305) che salvò l'impero dalla disintegrazione introducendo delle riforme istituzionali, Costantino I (324-337) che tollerò il cristianesimo e trasferì la capitale dell'impero da Roma a Bisanzio, che chiamò Costantinopoli e Giustiniano I (527-565) che organizzò il diritto romano, costruì la ben nota basilica di Bisanzio, l'Hagia Sophia e si adoperò per riprendere il controllo sui territori persi.


Le Province Illiriche


Le Province Illiriche furono uno dei governatorati dell'Impero napoleonico, costituito in seguito al trattato di Vienna (14 ottobre 1809). Comprendeva gli antichi domini veneziani della Dalmazia e dell'Istria, Ragusa, e le province austriache dell'Alta Carinzia, Carniola, Istria, Friuli e Croazia meridionale. La capitale fu Laibach (Lubiana). Furono amministrate dal generale Auguste Marmont, e per la parte civile da Vincenzo Dandolo, provveditore generale in Dalmazia. Occupate dagli Austriaci nel 1813, le Province Illiriche furono assegnate agli Absburgo dal congresso di Vienna.


Il Regno di Illiria


Fu un regno dell'Impero austriaco, costituito dopo la sceonda caduta del Bonaparte con i territori settentrionali delle vecchie Province Illiriche francesi. Ebbe da sempre due distinte amministrazioni:
Una, facente capo a Trieste, detta delle Coste (che più espressamente al Congresso di Vienna nel 1815 erano state chiamate coste d'Italia), la quale era suddivisa nei circoli di Gorizia (cioè l'alta e media Giulia carsico-isontina entro i limiti storici della Contea), di Trieste (la città più quasi tutta l'Istria già veneziana) e di Fiume (l'ex contea pisinese, l'abonese e la parte quarnerina della Liburnia fino alla Baia di Buccari).
Un'altra, detta propriamente Illirica, comprendente parte della Carinzia e la Carniola.
Data la sua provvisorietà, scomparve nel 1849.


Religione


Il cristianesimo si diffuse nelle terre illiriche durante il I secolo d.C. San Paolo scrisse di aver predicato anche nelle province romane dell'Illiria, e la leggenda narra di una sua visita a Durazzo. Quando l'Impero Romano venne diviso in Impero Romano d'Oriente e d'Occidente nel 395, il territorio oggi noto come Albania venne amministrato dall'Impero d'Oriente, ma ecclesiasticamente rimase dipendente da Roma.

Nel 732 un imperatore bizantino, Leone l'Isaurico, assoggettò l'area al patriarcato di Costantinopoli. Per secoli la terra di Albania divenne l'arena delle lotte ecclesiastiche fra Roma e Costantinopoli. Molti degli albanesi gheghi che vivevano a nord del fiume Shkumbini, area comprendente l'odierna Tirana e l'area di Scutari (la pianura compresa fra il Mare Adriatico e il lago di Scutari) divennero cattolici mentre gli albanesi toschi che vivevano fra le regioni montuose del sud-est e le regioni sudoccidentali a sud del fiume Shkumbini si convertirono alla chiesa Ortodossa.


Toponomastica


Il nome "Illiria" non ebbe più valore amministrativo dopo la divisione dell'impero romano attuata da Diocleziano, ma durante il Rinascimento per "lingua illirica" si intendeva l'attuale lingua croata (e serba). Il termine fu ripreso da Napoleone per la creazione delle Province Illiriche che furono incorporate nell'impero francese dal 1809 al 1813 e il Regno d'Illiria fu parte dell'Austria fino al 1849, dopodiché il termine venne abbandonato con la riorganizzazione dell'impero austroungarico.

Il termine Illirici fu usato da qualche popolazione croata durante il periodo del nazionalismo romantico nel XIX secolo ma poi evitato poiché dava luogo ad anacronismi potenzialmente ingannevoli.

In letteratura il termine Illiria è stato utilizzato per indicare un paese parzialmente di fantasia da William Shakespeare ne La Dodicesima Notte e da Lloyd Alexander in Avventura in Illiria.

Tribù illiriche

Albanòi
Arbër
Ardiei
Dalmati
Dardani
Dasaret
Encheli
Eordei
Epiroti
Giapodi
Iapigi
Caoni (popolazione arcaica preesistente)
Labeati
Liburni (più probabilmente preesistenti, traci o liguri)
Messapi
Molossi (più probabilmente greci arcaici)
Paion
Partini
Penesti
Pirusti
Taulanti
Thesproti

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